Hilda. È questa la vita di un’avventuriera.

Hilda. È questa la vita di un’avventuriera.

Well that was traumatic,
but such is the life of an adventurer
-Hilda

È giusto parlare di un prodotto d’intrattenimento, culturale, di valore solo in prossimità della sua data di uscita? Naahh, perché fermarsi in superficie se possiamo immergersi in profondità e riportare a galla, dopo qualche tempo, una perla che merita di scintillare alla luce del sole?

Ed ecco che parliamo di Hilda (2018), serie animata che si basa sull’omonimo graphic novel di Luke Pearson, strutturata in tre stagioni e un film, Hilda e il Re Montagna (meglio se visto tra la prima e la seconda). Ambientato ai nostri giorni, le atmosfere si ispirano al folclore scandinavo, reinterpretando molti dei miti e delle leggende del nord.

Hilda vive con la mamma e un piccolo cervovolpe, Twig, in una casetta ai margini della foresta, in una valle completamente disabitata (o così sembra).

Piena di curiosità e spirito d’avventura, la ragazzina dai capelli azzurri ama vagare a caccia di nuove avventure con il suo sketchbook e il fedele Twig. 

Sul suo cammino incontra strane figure e personaggi di ogni tipo. In realtà a volte sono proprio i misteriosi abitanti della valle che vanno a bussare (o meglio, a introdursi senza invito…) in casa di Hilda. Come il peculiare vicino Woodman o alcune presenze invisibili che buttano tutto a soqquadro nel cuore della notte… perché… be’, a volte se non notiamo qualcuno non significa che non esista. Tra le molte sfaccettature interessanti, spunta anche una sottile critica alle intolleranze sociali. Ma a voi tutto il piacere di scoprirla.

Purtroppo Hilda e la mamma non potranno continuare a vivere nella solitudine della vallata, in mezzo alla natura, perché quella natura non tollera gli umani, pericolosi e violenti che calpestano e ignorano ciò che non riescono a vedere o capire. Alla famiglia non resterà che trasferirsi nella cittadina di Trollberg, dove la ragazzina stringerà, con fatica, amicizia con altri bambini, tra cui Frida, la prima della classe, e il timoroso David.

Hilda dovrà imparare a integrarsi in un mondo dove la magia esiste ma è marginale, ignota, e lo farà grazie all’aiuto di Frida e David che scopriranno invece il mondo di Hilda – strano e a tratti decisamente pericoloso, tra serpenti marini, streghe e giganti – in un processo di crescita condiviso.

1047947-silvergate-media-launches-licensing-program-netflix_rkw6-1024x576 Hilda. È questa la vita di un'avventuriera.

Il fascino di questa serie risiede nell’unione magistrale tra il soprannaturale e l’ordinario, un realismo fantastico unico e che cattura. Ci sono anche molte verità sul mondo da scoprire, come l’esistenza dei Nissa, piccoli spiriti domestici che vivono negli spazi dimenticati e inutilizzati di ogni casa. Sono loro i responsabili per cui molte volte perdiamo oggetti senza più scoprirne il destino. O i minuscoli elfi, che per essere visti necessitano di una tale quantità di burocrazia da far impallidire un qualsiasi funzionario di un piccolo stato europeo.

L’atteggiamento degli esseri umani nei confronti di queste creature – soprattutto i troll – che sono parte della storia e del tessuto sociale della cittadina di Trollberg, rasenta il razzismo. Per fortuna, Hilda è dotata di una grande capacità di inclusione e tende ad apprezzare il diverso e a trovare il meglio in tutti, che siano mostri o meno.

Gli anni passano, e quando Hilda raggiunge l’adolescenza sviluppa un carattere forte che spesso si scontra con quello della madre, una figura estremamente positiva e mai didattica o opprimente, con una propria personalità complessa e profonda: una dinamica madre-figlia non problematica che di rado si trova così ben sviluppata.

Chapter_2_28429 Hilda. È questa la vita di un'avventuriera.

La colonna sonora è un altro accattivante elemento di interesse, con un ottimo impiego di brani che spaziano dall’elettronica all’indie (il tema principale è di Grimes, mentre tra i nomi presenti nella selezione sonora compaiono Dan Mangan, Ryan Carlson, Walter Martin, Ex Hex).

Con i suoi toni dolci e malinconici, Hilda si presenta come un’ottima comfort-serie, magari da riscoprire durante le crisi d’astinenza da Gravity Falls. Inoltre, rispetto a quella meravigliosa serie dedicata ai gemelli Pines, non dura una sola estate, ma prosegue per tutto l’arco di un anno, e oltre.
Ma poi, santo cielo, i Pigatti (o Mittens se preferite la versione in lingua originale)? Se non vi viene un attacco di cuteness-overload in quel punto, complimenti. Siete fatti di una sostanza molto più tosta di me.

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