Rivoluzione “The Boyfriend”

Rivoluzione “The Boyfriend”

Il dizionario definisce wholesome come qualcosa che fa bene alla propria salute mentale, qualcosa che suscita sentimenti piacevoli. Parlando chiaramente è l’awwwww accompagnato da un sorrisone ebete (o da una serie di versi incomprensibili e striduli). Anche in giapponese esiste un termine abbastanza simile, e chi si ricorda l’opening di Fushigi yūgi già lo conosce: 愛おしい (itooshii), quella sensazione di tenerezza, di amore, così preziosa che ti fa dimenticare ogni tuo problema.

Queste e tutte le parole sciroppose esistenti a questo mondo definiscono il nuovo dating show giapponese firmato Netflix: The Boyfriend.

Mentre in Italia i reality sono un tugurio di misoginia, maschilismo e violenza verbale, il Giappone ce ne offre uno fatto di sottintesi, esitazioni, sguardi timidi, dolci carezze e lettere lasciate davanti alla camera da letto. Sulla scia del coreano His Man che è giunto alla terza stagione, The Boyfriend riprende lo stesso format: otto uomini gay/bisessuali si ritrovano a vivere insieme sotto lo stesso tetto per circa un mese e mezzo. Queste 彼氏彼氏の事情 Kareshi kareshi no jijō (nudge nudge wink wink etc ad nauseam) sono commentate con brio e arguzia dalle attrici Megumi e Chiaki Horan, la pop star Thelma Aoyama, il comico Yoshimi Tokui e la drag queen Durian Lollobrigida.

Durante i dieci episodi conosciamo Taeheon, Gensei, Alan, Kazuto, Ryota, Usak (che lascia lo show al quinto episodio e viene sostituito da Ikuo), Dai e Shun. Un mix eclettico di personalità che deve convivere insieme, le loro giornate inframmezzate tra la gestione di un coffee truck e la ricerca dell’amore, sullo sfondo la città di Tateyama nella prefettura di Chiba.

Il punto di forza di The Boyfriend che lo fa risaltare nel panorama dei dating show sta nella sincerità, per quanto sia possibile essere sinceri davanti alle telecamere: nulla sembra forzato, nulla appare patinato, né artefatto. Si assaporano i primi accenni di cotta, i primi giochi di sguardi, il primo sfiorarsi le mani, i tira e molla… Insomma, è un reality che piace perché sa di vero.

Tra i partecipanti, coloro che hanno conquistato il cuore di tutto il mondo sono Dai e Shun. Impossibile non tifare per loro sin dal primissimo episodio quando Dai confessa alle amiche: シュンさんって人がいるんだけどその人が。。。(C’è un ragazzo che si chiama Shun ed è…) e queste concludono con un: やばい? (Sexy da morire?) E alla conferma di lui strillano come non mai! Shun, al contrario, pessimista per eccellenza, crede di non poter piacere a nessuno.

Chi consuma in quantità disumane BL avrà sicuramente rivisto in Dai e Shun le dinamiche golden retriever e gatto nero oppure sunshine e sunshine protector. Di certo siamo tuttə rimastə attaccatə allo schermo nel seguire l’evoluzione del rapporto tra i due: abbiamo seguito con apprensione gli alti e bassi (più bassi che alti) di Shun e con ammirazione l’infinita pazienza e perseveranza di Dai; ci sono venuti gli occhioni stellati alla scena romanticissima del piano e abbiamo tirato un enorme respiro di sollievo nell’assistere al tanto agognato bacio. E la confessione finale al tramonto sulle note di Golden Hour di JVKE è stata la ciliegina sulla torta!

Tra l’altro, Dai e Shun post-show stanno ancora insieme (date un’occhiata al loro delizioso canale YT!), e forse, grazie a loro, crediamo un po’ di più nell’amore, soprattutto se Dai sforna frasi come 初めてこの人に傷つけられてもいいのかもしれないって (Per la prima volta ho pensato che forse non mi dispiacerebbe essere ferito da lui) in risposta a come aveva sempre evitato l’amore per paura di soffrire. Che green flag!Ad oggi non hanno ancora confermato una seconda stagione per The Boyfriend, e a Netflix viene facile cancellare, quindi andiamoci coi piedi di piombo. Rimango comunque col sogno di vedere in un futuro prossimo anche un The Girlfriend. LGBTQIA+ inizia con una L, non scordiamocelo!

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