μῆνιν. Ira.

μῆνιν. Ira.

Come si invoca una musa nel XXI secolo? Soprattutto se non si sta per comporre un poema epico o una tragedia (almeno nelle intenzioni, non si sa mai che ci scappi la mano) ma si inaugura un portale che raccoglierà articolate analisi, commenti, rubriche, traduzioni, sproloqui e invettive?

La dimensione su cui ci affacciamo è vasta, un po’ inquietante, ancora poco definita e se prenderà una forma, lo farà nel tempo.

È bene appellarsi all’ispirazione divina o sarebbe meglio osare oltre, implorare gli dei per una guida con tanto di lanternino che illumini la selva oscura in cui ci siamo infilate? Forse dipende dalle intenzioni e gli obiettivi con cui si intraprende il viaggio. Noi, tutto sommato, abbiamo intenzioni benevole, anche se le storie che vi racconteremo non sempre le rispetteranno. Ma d’altra parte una musa risponde curiosa quando una storia è interessante, e non per forza edificante. All’alba della civiltà  d’occidente un aedo invoca Cantami o Diva del pelide Achille l’ira funesta. Ovviamente la costruzione in greco è diversa, così Omero (o la musa) sancì che la prima parola della letteratura occidentale conosciuta fosse “ira”, μῆνιν. Chissà se è stata la stessa ad aver suggerito a Virgilio il suo esordio all’Eneide (Arma virumque cano, questa volta sono armi, sempre lì siamo, un certo clima frizzantino) e cosa questo ci racconta dei nostri di inizi.

Insomma, iniziare un’impresa è sempre difficile, fa paura, ci si sente magari un po’ spaesati. Più che comprensibile chiedere una mano a poteri celesti. Ma allora perché non volare alto, magari formando una squadra scelta e pronta a tutto (attentissima a non macchiarsi di hybris, che è un attimo pestare i piedi alla divinità sbagliata, baby)?  

Ma alla fine, con tutti i siti  che ci sono, c’era proprio bisogno di SottoTracce?

Certo che iniziare un editoriale da inaugurazione facendo il verso alla pubblicità più fallimentare d’Italia (voi “ciovani” nemmeno vi ricorderete di Yoplait) è una scelta insolita, per così dire. Però questo sito nasce un po’ dal fallimento accompagnato da un desiderio di rivalsa: siamo pur sempre cresciute in un’epoca in cui, al contrario di oggi e meno male, essere nerd era la morte sociale e aggiungiamoci anche che, essendo di sesso femminile, eravamo le reiette tra i reietti. Più fallimento di così… ma vai di fenice che risorge dalle ceneri e metafore affini, ed eccoci qua con il nostro sito scoppiettante!

Abbiamo pensato di darvi il benvenuto così, raccontandovi di come abbiamo iniziato, di come alcune passioni ci hanno folgorate sulla via di Damasco senza abbandonarci più: anime, pokémon e fantascienza.

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