Batticuore anime | Un nuovo inizio
Voi della mia generazione che siete cresciuti coi cartoni giapponesi… accantonando i Gem Boy e il loro humour da becero cinepanettone, fatto sta che negli anni ’80 e ’90, qui in Italia abbiamo assistito a una vera e propria “invasione” nipponica, come nessun altro Paese occidentale: ə millennial italianə e gli anime sono un binomio imprescindibile. I miei ricordi d’infanzia ruotano intorno a pomeriggi passati a guardare incantata vampiri ghiotti di pomodoro, creature saltellanti dal ciuffo bizzarro, mostri umani dal cuore d’oro, e chi più ne ha più ne metta (se non avete capito a cosa mi riferisco, vi destituisco come millennial). L’intensità con cui gli anime venivano trasmessi non faceva altro che fomentare la mia passione e l’impatto emotivo: erano una presenza quotidiana, e se perdevi una puntata, addio; le repliche non erano contemplate. I dolori del tubo catodico.
Per fortuna il MOIGE e la loro campagna di demonizzazione (loro sì che mi hanno traumatizzata) non hanno attecchito su mia madre e mia nonna che si divertivano a guardarli con me. Così tra le quattro mure di casa risuonavano sigle appassionanti, ma anche piene di spoiler (maledetti!), alternando l’innocenza di Bim Bum Bam alle reti televisive semi-ignote o locali, in primis Odeon TV, dove passavano anime con un po’ più di verve… e senza censure.
Fu in uno di questi canali privati che vidi il mio primissimo anime che per me è uno dei migliori mai realizzati: Tokimeki Tonight – Batticuore notturno, meglio conosciuto come Ransie la Strega. Certo, forse la nostalgia è canaglia, ma l’anime rimane un mix perfetto tra Carletto il principe dei mostri e Kiss me Licia; alterna il romantico al comico-demenziale, il soprannaturale a siparietti di vita quotidiana.
Tratto dal manga omonimo di Roi Ikeno (la stessa di Ririka SOS!) e diretto da Hiroshi Sasagawa (Yattaman), racconta le vicende di Ransie Lupescu, Ranze Etō in originale, figlia di un vampiro e di una lupa mannara (capito come gli adattatori sono giunti a quel cognome? J.K. Rowling, scansati), la quale sembra non avere ereditato nessuno dei poteri dei genitori e così viene educata come umana. Un giorno, però, scopre per caso avere capacità soprannaturali: è un vampiro, non di quelli che succhiano sangue, bensì si trasforma in ogni cosa che morde. La serie sfocia poi in una situazione alla Romeo & Giulietta quando Ransie si innamora di un ragazzo umano, cosa proibita e osteggiata per un essere del mondo magico. Ma l’elemento shōjo non è così predominante (con tanto sollievo per chi allergicə ai sentimenti), ma rivisita in chiave comica tutti quei canoni dell’horror B-movie di un tempo, il che lo rende un prodotto molto fresco e indimenticabile.
I 34 episodi andati in onda in Italia per la prima volta nel 1983 con la scanzonata sigla dei Cavalieri del Re sono l’emblema di spensieratezza, allegria e tenerezza: ricordo benissimo quanto mi divertivo nel vedere le avventure di quell’adorabile brunetta combinaguai. Ransie faceva battere il cuore a tuttə, e credo che nessunə si sia scordatə la famosa ending dove lei balla nuda coperta solo dal mantello…
Insomma, galeotta fu Ransie che mi trascinò nel mondo nerd.
Tra il 2002-2005 uscirono anche i 30 volumi del manga (l’anime ricopre solo i primi 16: il manga all’epoca della prima messa in onda non si era ancora concluso), ma non vi aspettate gli stessi toni d’ilarità: da batticuore diventa mazzata al cuore.Dopo la notizia del remake di Ranma ½, direi che anche Ransie se ne merita uno. Magari non teniamo il nome italiano: solo gli dèi sanno quanto non voglia più vedere altri meme su Renzi vestito da maghetta!
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